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Un motivo per meditare: i mentori

Immagine del redattore: Anna StellariAnna Stellari

Il mentore è colui che ci guida. Una figura di riferimento la cui esperienza può aiutarci durante il nostro percorso di crescita personale e professionale. 

In alcuni ambiti possiamo averne un contatto diretto, in altri possiamo solo ‘seguirli da lontano’. In entrambe le situazioni però facciamo riferimento a qualcuno che consideriamo ad un livello superiore rispetto al nostro in un determinato ambito, da cui poter apprendere tanto. 



Crescendo e sviluppando una mente decisamente più critica si smette di idolatrare qualcuno come modello di perfezione assoluta e io personalmente ho iniziato ad avere difficoltà a trovare i miei mentori. 


Abbiamo una quantità quasi illimitata di fonti di informazione e di ispirazione e degli standard che, purtroppo o per fortuna, puntano sempre più in alto. 


Ma il mentore, è davvero qualcuno che sta ‘più in alto di noi’? 

Spoiler: la risposta è no.


Uno degli insegnamenti che mi porto dalla pratiche di Mindfulness è quello di fare spazio. Spazio per vedere quello che ho di fronte con una chiarezza diversa. 


Nel caso del mentore, con il tempo, sono riuscita a fare spazio tra la persona e l’insegnamento che potevo trarne. Ricordandomi di distinguere tra questi due elementi, le lezioni che ho appreso e quelle che potrò apprendere sono pressoché infinite. 


Ad oggi infatti so che l’insegnamento può arrivare da qualsiasi persona perché quest’ultimo dipende dalla mia capacità di elaborare la lezione e non dalla bravura nell’ispirare dell’altro.


La meditazione riesce a renderti più sensibile verso quello che può arrivare perché ti allena ad essere aperto e recettivo. Questo vuol dire che riesci a crescere per le lezioni che arrivano a muso duro, in modo pervasivo, ma anche da quelle appena sussurrate all’orecchio.


Riesci ad apprendere le piccole cose e non solo le grandi lezioni di vita.


Infine infatti, inizi ad essere ispirato anche da quello che non ti piace. Da quello che hai subito e non vuoi far subire ad altri. Da quello che non funziona e resta comunque invariato. Impari da tutto questo perché inizia a vederlo non più come un fastidio ma come un piccolo campanello che ti aiuta. Ti aiuta a vedere quello che non sei e che non vuoi diventare.


La tua attitudine verso le cose è il valore ultimo che queste possiedono. Se questo riesci a ricordarlo, tutto può acquistare valore.


Durante il mio percorso di Reverse Mentoring, ho conosciuto delle donne meravigliose e collezionato storie incredibili. 

Questo articolo è un promemoria per me e una dedica a loro come a te, nella speranza che ognuno possa trovare il proprio mentore in tutte le persone che incrociano la nostra strada. 


Ti auguro di meditare, questo è un motivo.

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