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Immagine del redattoreAnna Stellari

Glicis

Aggiornamento: 11 nov 2019



Quella mattina..

Ero in macchina con mamma, primavera, in Sicilia.

‘Guarda quella pianta Anna’

Meravigliosa come si chiama?

‘Glicine, una pianta rampicante come il gelsomino’

Incredibile vedo sempre il gelsomino in giro e non mi sono mai accorta di questa!

‘In realtà non è un caso, sono pochissime le piante di glicine qua’

Perchè? non piace?

‘Si piace parecchio ma sai è una pianta difficile da trattare, difficile da curare, non cresce tanto in altezza e i suoi fiori ci sono per due mesi in tutto l’anno, se e quando va bene’

Era lo stesso periodo in cui avevo deciso di creare il blog, e stavo cercando un nome che contenesse in se, almeno a livello simbolico, il tema del blog stesso: la crescita personale.


Cinque anni prima..

Al primo anno di università ho assistito ad un intervento di quello che chiameremo Signor x, vista la mia pessima memoria, che spiegava un particolare intervallo di tempo chiamato ‘periodo blu’ che caratterizza i bambini dalla nascita ai tre anni di età.

In quell’aula di ragazzi distratti lui spiegava la magia dell’attenzione e dell’apprendimento:

‘i bambini in questo periodo riescono ad assorbire ogni insegnamento, costruiscono la loro realtà, hanno un attitudine diversa da quella degli adulti, è un periodo di cambiamento e di miglioramento continuo’.


Quel pomeriggio..

Ho cercato questo ricordo vivido quanto confuso online, tra i miei testi universitari, chiedendo alle mie amiche ma nulla, sembra che il mondo non si ricordi della bellissima presentazione di Signor X. Io invece si, ed era proprio quello il senso ultimo di tutto ciò che volevo costruire, di quello che immaginavo nella mia testa, di quello che volevo esprimere: possiamo dipingere di blu le pareti della nostra mente e continuare a crescere, a cambiare, a sbagliare e migliorare. Perché si può realmente, non perché sono un’idealista e una sognatrice (cosa che comunque sono) ma perché le nuove ricerche sulla neuro-plasticità del cervello confermano come, attraverso le tecniche e gli strumenti giusti, possiamo cambiare anche strutturalmente ciò che siamo.

Mi sono detta che avrei scelto un nome che contenesse la parola blu, come a voler imprimere quel significato, una specie di porta fortuna, un codice che sarebbe stato chiaro per me.


Più tardi lo stesso pomeriggio..

Il nome però, con mio forte rammarico, non saltava fuori e quindi decisi di distrarmi cercando informazioni su quella bellissima pianta vista qualche ora prima, sarei ritornata sulla ricerca del nome più tardi.


Se smetti di concentrarti sul problema è più facile incontrare la soluzione.

La mia, profumava di fiori.


Ho scoperto un bel pò di cose quel pomeriggio.

Prima tra tutte: anche le informazioni date dal pollice verde di mamma sono fallibili,

il glicine infatti può crescere fino a 150 metri in altezza, ma ha bisogno di parecchi sostegni per farlo, ed ecco perché solo in pochi casi arriva a raggiungere quell’altezza. Questo concetto fa risuonare qualcosa dentro di voi?

Dentro di me si.

Penso che siano le parole più semplici con cui si possa parlare della natura quasi primordiale delle persone: esseri meravigliosi, difficili da curare, e che possono raggiungere la vetta creando delizia per gli occhi, ma ci vuole tempo, ci vuole cura, ci vuole il sostegno giusto.

Il significato portava con se anche tanto altro.

‘’Nel buddismo, il glicine è simbolo di luminosità ma anche della caducità della vita che è sempre in trasformazione’’

Due concetti mi saltarono all’occhio:

‘luminosità’ che è la luce che viene dall’interno, la ricerca di se stessi in se stessi.. ‘fidati delle cose luminose, non di quelle illuminate’ cantava una mia amica.

‘trasformazione’, che cos’è la crescita personale se non la rappresentazione della trasformazione continua?

Mamma su una cosa però aveva ragione, questa pianta meravigliosa, anche con le cure più attente, fiorisce solo due mesi l’anno. Anche questo, per la seconda volta, fece risuonare qualcosa dentro di me, le parole di Valeria, la mia insegnante di Mindfulness.

Durante il mio primo corso come insegnante per bambini ero assalita dai dubbi, non vedevo questi ragazzi cambiare, non li vedevo apprendere, mi chiedevo se stessi facendo le cose nel modo giusto, chiesi aiuto a Valeria e lei mi rispose così:

‘Anna ricordati quello che stai facendo, ricordati perché lo stai facendo, non importa ciò che riesci a vedere o non vedere adesso, stai piantando dei semi, abbi cura di loro e tutto crescerà’.

Lo avrei chiamato così, deciso. Era quella la parola. Come dicevo cercavo qualcosa che simboleggiasse il senso di ciò che stavo facendo e non potevo trovare di meglio, o quasi.. infatti lo scambio di battute nella mia testa non tardò ad arrivare:

‘ma il blu?’ ‘non puoi lasciarla così questa idea, era quella la parola me lo sento’

‘'Si Anna lo lasci così.. vuol dire che non era quella la parola, non era destino si chiamasse così’’

‘ok..’

Il glicine non è una pianta italiana quindi ho cercato l’etimologia della parola per vedere se mi piaceva di più il suo nome originario.

E li successe una cosa..

Se ci penso adesso, che voi mi crediate o no, ho ancora i brividi.

Significato:

‘’I tedeschi lo chiamano blauregen, cioè pioggia blu,

mentre i cinesi lo chiamano zi teng, cioè vite blu’


‘’Era destino’’

‘Te l’avevo detto’’

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