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  • Immagine del redattoreAnna Stellari

Riparare con l'oro

‘’Quando un oggetto si rompe, il primo impulso è quello di buttarlo. Ma potrebbe essere un'occasione persa. I giapponesi all'arte dell'aggiustare hanno dato un nome: Kintsugi.

Letteralmente vuol dire riparare con l’oro. Un processo lungo, che richiede precisione e che si sviluppa in fasi che possono durare anche mesi. Gli oggetti, rotti in pezzi diversi vengono tenuti insieme dall’oro, diventando così ancora più preziosi e completamente unici.

Vale lo stesso anche per noi, per quelle volte in cui ci sentiamo ridotti in mille pezzi’’



Una profondità disarmante attraverso qualcosa di così delicato.

Ho sentito tantissime storie di persone che, iniziando a visualizzarsi come quel pezzo rotto diventato ancora più prezioso dopo l’impatto subito, sono riuscite a superare traumi non indifferenti.


Quelle che noi pensiamo essere le ‘brutture’ delle nostre vite vengono ricoperte da una colata di oro facendoci acquisire valore, pregio e unicità, e non riesco a trovare una metafora che meglio trasmetta l’idea.


Io mi immagino come una piccola ciotola di ceramica blu. Il blu che trovi solo a Marrakesh, dentro il quale puoi mettere l’humus per intenderci.


Cerco di visualizzare questa ciotola che si rompe, vedo tutti i piccoli pezzi tenuti insieme dall’oro, e provo a lasciare che questa immagine mi tranquillizzi quando ne ho bisogno.


Una cosa che non viene detta, e che chiunque abbia rotto e messo insieme qualcosa sa bene, è che non tutti i pezzi sono riutilizzabili. Non tutto si rompe in modo uniforme così da poter incollare i vertici.


Certe cose si frantumano e resta solo la polvere.


Questa penso sia la cosa che faccia più male ogni volta che cerchiamo di raccogliere i nostri piccoli pezzi. Vorremmo mettere insieme tutto. Vorremmo ricreare quello che c’era prima dell’urto, e lo diciamo attraverso le frasi più comuni: ‘’vorrei che non fosse mai successo’’, ‘’vorrei ritornare alla normalità’’, ‘’vorrei che fosse solo un brutto sogno’’.


Ci sentiamo che abbiamo perso qualcosa che non potremo mai più riavere, non in quel modo almeno, e questa è una grande, poco accettata, verità.


Se ti sei ritrovato in una situazione simile mi dispiace, mi dispiace davvero tanto. Se nessuno te lo ha ancora detto non è colpa tua, non c’era un modo per evitarlo ma solo altri per farlo succedere e hai tutti i diritti di starci male.


Ora io penso nuovamente a quella ciotola, tu prova a pensare ad un oggetto che senti più tuo.


Per aggiungere quello strato di oro che riesce a renderlo più prezioso c’era bisogno di spazio.


Non è facile da comprendere, figuriamoci accettarlo, e io sono stata la prima a pensare ‘preferivo non essere preziosa per mantenermi intatta’ ma non esiste un modo per farlo..

o forse si.


In una casa sapete quali sono le ciotole che si mantengono intatte? quelle che restano dietro i vetri delle credenze.

Quelle che non si usano per non rovinarle, per paura che si possano rompere.


Se cercavi un modo per restare intatto eccolo. Stai in seconda fila, nascosto, al sicuro, chiuso.

Alla fine della tua vita potrai dire di essere rimasto completamento intatto e di non aver vissuto un solo vero momento.


Non esiste spreco peggiore per me. Non c’è condanna più dolorosa di quella che ci infliggiamo ogni volta che scegliamo, consapevolmente o meno, di non esporci.


Mostrati, te ne prego. Troverai il modo di incollare i pezzi e di lasciare andare la polvere, ma non pensare che restare chiuso possa proteggerti da qualsiasi tipo ti sofferenza subita.


Sii orgoglioso di quello che se riuscito a fare con ciò che ti è rimasto, con tutto quello che avevi, e con ciò che di nuovo hai apportato.


Sii orgoglioso delle ferite, delle sconfitte, dei fallimenti e di tutti gli impatti presi.


Sii orgoglioso del coraggio che hai avuto e delle scelte che hai fatto.


Ogni volta che ne sentirai il bisogno ti auguro di immaginarti come quell'oggetto ad oggi diventato così prezioso.

Mi auguro che questo, possa aiutare anche te.

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