Pronti? io per niente.
Non perché non ami profondamente questo giorno, non perché mi mancano regali da fare (stranamente ho già finito), ma semplicemente perché il Natale è la resa dei conti.
Molti dicono che sia Capodanno il giorno dei bilanci, ma a capodanno si beve, si balla, si sceglie cosa mettere, ci si lamenta del cibo, dei tacchi, del freddo, del ''il prossimo anno organizziamo e lo facciamo fuori, basta con le solite facce''.
Per fare bilanci invece ci vuole silenzio, e il Natale ne porta tanto. Non fatevi ingannare dallo scambio dei regali, dai saluti a tavola, dalle domande scomode rivolte dai parenti. Guardate gli occhi della persona seduta accanto a voi e noterete quanto silenzio porta con sé.
Il silenzio delle famiglie che sono famiglie solo all'apparenza, di quelle che non lo sono mai state, di quelle che non lo sono più e di quelle che fanno tanta fatica ad esserlo ancora.
Il silenzio delle famiglie che sono separate per le liti, per le bugie raccontate, per il dolore procurato, per i torti subiti e per un perdono mai concesso.
Il silenzio delle famiglie con pochi componenti e quello delle famiglie numerose, in entrambe si sente sempre l'assenza di qualcuno.
Ecco se guardate negli occhi del vostro vicino di tavola quel silenzio vi urlerà addosso.
Il silenzio se ci pensi è la mancanza di suoni. A Natale di suoni ne abbiamo tanti e di mancanze altrettanto.
Ci manca qualcuno o ci manca qualcosa. Ci ricordiamo delle cose che non abbiamo mai avuto, di quelle che non abbiamo più e di quelle che non avremo mai. Quel silenzio, ci costringe a pensare, ad immaginare, a fantasticare su ''come sarebbe potuto essere se''.
Non sarebbe potuto essere in nessun altro modo, altrimenti lo sarebbe stato e questo lo sappiamo ma continua a non piacerci come discorso.
Il Natale è delicato perché le mancanze fanno sentire incerti, malinconici, deboli e tristi. Certe volte penso che le canzoncine, i regali, i dolci, sono tutti modi per compensare queste emozioni che sono forti, scomode e spiacevoli.
Ho smesso di lottarci con queste emozioni ma ho iniziato a fare qualcosa di diverso e ci tenevo a condividerlo con te: stare nel presente.
Quando la mia mente inizia a vagare la riporto alla tavola, alla famiglia che ho, a quel preciso momento.
Questo non vuol dire smettere di sfogliare vecchie fotografie o smettere di ricordare avvenimenti e persone del nostro passato. L'unica cosa da smettere è volere un presente diverso da quello che si ha.
Il nostro presente è questo, la nostra famiglia è questa. Le mancanze, gli errori, le imperfezioni, sono comprese nel prezzo. Volere qualcosa di diverso ci può portare una tristezza che non meritiamo e una malinconia che sopportiamo con difficoltà.
Arriverà un giorno in cui, tutto quello che oggi ci circonda e che vorremmo diverso, farà parte delle mancanze. Farà parte delle cose che non abbiamo più e che pagheremmo per poter riavere, difetti inclusi.
Non aspettare il prossimo anno per sentire una nuova mancanza ma prova a stare nel presente per poterne apprezzare tutte le sue parti. Si apprezza tanto quando si perde, ecco il mio augurio questo Natale è di non aver bisogno di perdere per vedere cosa ci circonda.
Lo auguro a me e lo auguro a te.
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