Come quando hai tanta fame ma non riesci a cucinare e ordini a domicilio. Paghi perché qualcuno si occupi di qualcosa al posto tuo. Ecco avrei voluto fare questo, esattamente questo, per me.
Avrei voluto scegliere chi, cosa, come, ordinare e pagare.
Non perché non voglio occuparmi dei miei problemi, non perché non sia una portavoce ufficiale dell’auto aiuto, ma perchè certe volte si è stanchi.
Io mi sono sentita profondamente stanca.
Così stanca da vedere un ragno, che mi fa orrore misto a paura, e non avere la forza di urlare. Così stanca da prendere un ascensore nuovo per ben sei piani senza battere ciglio.
Mi è mancata così tanto l’aria che le quattro mura dell’ascensore potevano fungere solo da contorno alla giornata, settimana, periodo e soprattutto momento.
Ragno, ascensore e nessuna reazione da parte mia, questa cosa mi ha molto sorpresa.
Poi ho realizzato che quando le tue più grandi paure non hanno più presa su di te vuol dire che la tua realtà ha fatto di peggio.
La stanchezza emotiva è molto egocentrica. Prende tutto lo spazio che trova e non ti fa provare altro. Non c’è spazio per la rabbia, la delusione, la paura, perché c’è solo lei: stanchezza.
Si è stanchi di essere responsabili di una situazione che ti viene riversata addosso senza averla chiesta. Si è stanchi di spiegare e di non farlo, di dover parlare e di non poterlo fare.
Si è stanchi, di tutto, profondamente.
Personalmente ho pianto e riso tanto. Ho chiesto aiuto e l’ho ricevuto, non l’ho chiesto e mi sono arrivati commenti non richiesti e poco rilevanti.
Non ho risolto nulla. Non ho trovato la quadra, la soluzione, il punto di svolta, l’insight. Non sono riuscita a risignificare l’evento, a prenderne il meglio, a imparare per la prossima volta.
Avrei solo voluto un deliveroo per problemi. Purtroppo non esiste ancora.
Così ho immaginato che qualcuno si possa essere ritrovato in un problema simile al mio o completamente diverso ma con l’analoga sensazione di essere in trappola. Con la mia stessa stanchezza. A questo qualcuno e a me vorrei dire un paio di cose.
Prima di tutto mi dispiace, di cuore. Mi dispiace per quello che stai passando, mi dispiace di non avere la capacità di poterci aiutare.
Poi vorrei dirti che non è colpa tua. È bello che tu cerchi sempre di trovare la tua personale responsabilità nelle cose, bellissimo. Ma non è colpa tua. Le cose succedono e le persone succedono con loro.
Poi vorrei dirti di non giustificare. Forse hai fatto psicologia come me o semplicemente sei una persona abbastanza empatica o sensibile, oppure sei di quella bontà cieca e rara che adoro. Sei rientri in uno di questi casi hai sicuramente trovato una giustificazione al comportamento altrui. Va bene. Non puoi però continuare a trovare giustificazioni altrimenti è giusto che inizi a chiamarle scuse.
Chi ti fa deliberatamente del male, ti sta facendo deliberatamente del male.
Chi non ti rispetta, non ti rispetta.
Chi sfrutta i tuoi punti deboli, che ha conosciuto in un momento di apertura e fiducia da parte tua, per un ritorno personale.. si commenta da solo.
Cara me, caro te, non so come risolverla questa. So che non è giusto, so che non ha senso di esistere ma ne usciamo.
Puoi tirare la corda con una persona fin quando quella persona prova a tirarla dal suo lato.
Io, ho mollato la presa.
Ti auguro di fare lo stesso.
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