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  • Immagine del redattoreAnna Stellari

Dai un nome alla paura

Quante volte hai detto di aver paura di una cosa piuttosto che di un’altra? Sei sicuro di aver dato il nome giusto alla tua paura?



Ti sembrerà strano parlare di paura in un momento storico che è già impregnato delle paure di tutti. Io penso che reprimere quello che si sente è deleterio in ogni situazione, soprattuto in questa che ci lascia poche 'distrazioni' per poterlo fare.


Se quindi non possiamo scappare dalla paura che stiamo sentendo in questo momento, perché non approfittarne per ascoltare tutte le nostre paure in maniera approfondita?

Possiamo sfruttare questa occasione per conoscerle, per farci amicizia e soprattutto per chiamarle con il proprio nome.


Iniziamo con il dire che le paure solitamente si mascherano da altro. L’oggetto della nostra paura spesso non corrisponde alla radice della paura stessa. Quest’ultima è lo specchio di qualcosa di più profondo, di strettamente intimo.


Io ho avuto paura, per molto tempo, degli ascensori. Qualche anno fa una persona, di cui purtroppo ho scordato il nome per ricordare le parole pronunciate, mi ha detto:

‘’Immagino che oltre all’ascensore avrai anche paura dei ragni, e che difficilmente farai un tatuaggio. Non hai paura di nessuna delle tre cose in realtà, ma ti allontani con forza da tutto ciò che ti fa sentire chiusa e senza respiro, in qualsiasi forma sia’’


Aveva ragione, non poca.


Quest’anno ho scoperto di avere un problema al ginocchio. Ho iniziato a fare un allenamento mirato per riparare il riparabile. Davanti ad un esercizio in particolare che mi veniva richiesto dicevo di avere ''paura di scendere troppo e farmi male'’.

Non era vero.

Non avevo paura di farmi male, avevo paura di non poterci riuscire.


Quando l’ho ammesso, a me prima di tutto, e alla persona che mi stava seguendo subito dopo, le cose sono cambiate. Abbiamo parlato della mia paura, quella vera, mi ha spiegato come funzionava l'allenamento e come avrei potuto migliorare o peggiorare la situazione con quello che a tentoni provavo a fare.


Il bisogno di mantenere le paure nascoste è paradossalmente l'unico elemento che riesce a tenerle vive.


Quando le scopriamo, quando ne parliamo, diventano inevitabilmente più semplici. Dire chiaramente di cosa si ha paura inoltre, chiarisce l'oggetto su cui si deve lavorare per poterla superare. Dirlo chiaramente anche a chi ci sta intorno ci aiuta a farci aiutare, anche quando pensiamo di non averne bisogno.


Ho tanto pensato alle paure in quest’ottica. Ho riflettuto su quanto siamo i primi ad allontanarci da ciò che potrebbe farci stare bene solo perché non diamo il giusto nome alla paura. Perché ci fermiamo sulla superficie di quello che ci terrorizza senza capirne il motivo.


Diciamo di avere paura dell’amore e invece abbiamo paura di poter soffrire.


Diciamo di avere paura di saltare ma abbiamo paura della caduta che ci aspetta.


Diciamo di avere paura di tentare ma abbiamo paura di fallire agli occhi delle persone a cui teniamo.


Diciamo di avere paura delle domande ma abbiamo paura delle risposte che potremmo o non potremmo ricevere.


Diciamo di aver paura degli impegni ma abbiamo paura di non essere in grado di prendercene cura.


La paura come tutte le emozioni ha il suo senso di esistere, ma il mio invito per me e per te è quello di dargli il nome che gli appartiene. Qualsiasi esso sia.


E tu di cosa hai paura?

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