Sono tante le tradizioni legate al respiro, nessuna delle quali mi è mai stata utile.
Fare ‘lunghi respiri profondi’ non mi ha portato alcun tipo di benessere. Rallentare il mio respiro non ha rallentato la valanga di pensieri, emozioni e confusione che solo certi momenti riescono a portare.
Non critico e non giudico nessuna di queste tecniche, che hanno un loro valore e una loro validità, ma nella mia esperienza personale, non mi hanno portato nessun beneficio.
Quello che penso è che funziona tutto ciò in cui credi, e io forse non ci ho mai creduto.
Non ho mai creduto all’idea di respirare profondamente tutte le volte che il mio respiro si faceva pesante e affannato. Un pò come quando ti dicono ‘stai calmo’ quando spaccheresti qualsiasi cosa ti si presenti davanti, completamente inutile se non addirittura controproducente.
Non ho mai nemmeno creduto al pensiero che il mio respiro fosse ‘sbagliato’ e quindi da modificare. Il corpo e tutte le sue manifestazioni ci dicono qualcosa di noi e penso sia importante imparare ad ascoltare. Ascoltare, prima di fare qualsiasi altro passo.
Certe volte il respiro corto è l’unico modo rimasto al nostro corpo per dirci qualcosa che abbiamo scelto di non ascoltare. Zittirlo, lo trovo insensato.
Nella Mindfulness si fa tanta pratica con il respiro e l’unica cosa che viene richiesta è quella di osservarlo. Non modificarlo, non rallentarlo, non controllarlo ma semplicemente osservarlo.
L’idea non è quella di cambiare in qualche modo lo stato che si sta vivendo ma anzi di prestare la massima attenzione a tutto quello che è presente in quel determinato momento.
Non esiste un modo ‘sbagliato’ di respirare fin tanto che si guarda al respiro come ad uno specchio di uno stato d’animo specifico, con un suo inizio, una sua evoluzione e una sua fine.
La Mindfulness in questo insegna una profonda accettazione che, come al solito, è frutto di pratica, impegno e tempo.
Prova a fermarti per venti minuti ad osservare il tuo respiro senza ‘modificarlo, rallentarlo, controllarlo’ e troverai immediatamente la misura della tua personale difficoltà di accettare le cose come sono.
Non aver paura di incontrare e riconoscere quella difficoltà perché, proprio come il respiro, quando riesci ad accettarlo così e com’è, improvvisamente, si trasforma in altro.
Ti auguro di meditare, questo è un motivo.
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