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  • Immagine del redattoreAnna Stellari

Ti racconto una storia


‘’ Un uomo saggio vinse un’auto di lusso alla lotteria.

I suoi amici e la sua famiglia erano molto contenti per lui e vennero a celebrare l’avvenimento dicendogli quanto fosse fantastico, quanto fosse stato fortunato.

Ma l’uomo sorrise e rispose ‘può darsi’ e per un paio di settimane si divertì a guidarla.

Un giorno a un incrocio, un guidatore ubriaco si scontrò con la sua auto nuova e lui finì all’ospedale con ferite multiple. Sia la sua famiglia sia gli amici vennero a fargli visita e gli dissero quanto fosse stato sfortunato.

Ma di nuovo l’uomo sorrise e rispose ‘può darsi’.

Una notte, mentre si trovava ancora in ospedale, vi fu una frana e la sua casa scivolò in mare. E di nuovo il giorno seguente i suoi amici vennero a dirgli quanto fosse stato fortunato a essere all’ospedale.

E di nuovo l’uomo sorrise e rispose: può darsi. ’’



Questo è solo un pezzo di un libro che ho appena finito di leggere e che mi sento vivamente di consigliarti: ‘’Un mondo nuovo’’ di Eckhart Tolle.


All’intero dello stesso troverai diversi spunti di riflessione davvero interessanti ma ho deciso di soffermarmi proprio sul pezzo che ti ho riportato inizialmente.


Tolle parla tanto di interconnessione tra tutti gli eventi e aggiunge che il nostro etichettare qualcosa come ‘bene’ o ‘male’ sia del tutto illusorio.

Questo perché il nostro giudizio ha una prospettiva limitata nel tempo o nello spazio.


La saggezza dell’uomo che continua a dire ‘può darsi’ deriva dalla mancanza di giudizio, dalla consapevolezza di non poter sapere cosa sia fortuna e cosa non lo sia, cosa è bene e cosa è male.


Ovviamente la storia veicola un messaggio molto chiaro ma nella vita di tutti i giorni diamo continuamente e con facilità giudizi positivi o negativi.


Il nostro obiettivo non può quindi essere quello di eliminare qualcosa che fa parte della natura stessa dell’uomo e che a suo tempo gli ha consentito di crescere, proteggersi ed evolversi.

Piuttosto possiamo esercitarci a notare quali e quanti sono i giudizi che esprimiamo a voce alta o semplicemente nella nostra testa.


Prova a prenderti 5 minuti durante la tua giornata per fare una piccola pratica di Mindfulness.


Concentrati su una sensazione fisica presente in quel momento dentro di te: il calore delle mani, il respiro, il battito del cuore, quello che vuoi.

Una volta scelta la parte del corpo, prova a riconnetterti ad una sensazione ancora più specifica. Ad esempio se hai scelto il respiro può ulteriormente scegliere la zona dove sentirlo ''meglio'' : sul petto, le narici, la pancia, o un’altra zona specifica.


Fermandoti ad ascoltare quella sensazione corporea che hai scelto, prova a notare quali e quanti sono i giudizi che attraversano la tua mente in quel momento : ‘’questo esercizio è molto bello/brutto’’, ‘’questo è davvero utile/ non serve assolutamente a niente’’, ‘’sto facendo proprio bene/male’’, ‘’ci riesco/ non riesco a farlo’’. Questi sono davvero solo alcuni esempi di una lista che potrebbe essere infinita.


Ogni volta che ti accorgi che il tuo giudizio ha allontanato la tua attenzione sul corpo puoi, con gentilezza, rifocalizzarti sul punto che avevi scelto.

Facendolo anche per pochi minuti tutti i giorni alleni la tua consapevolezza.


Il pensiero giudicante che ci ferma e ci distrae è già presente nella vita di ognuno, nei gesti quotidiani, nel lavoro, nel tempo libero, anche mentre riposiamo.


Meditare, tra le milioni di cose, vuol dire allenare la capacità di accorgerci di questo meccanismo per ritornare a ciò che realmente vogliamo, a ciò che conta per noi almeno per quel singolo istante.


Vorrei stare ore a spiegare perché e come un esercizio così semplice influenza la nostra modalità di approcciarci alle situazioni ma più che dirlo bisogna sperimentarlo quindi..

Buona pratica.

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