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  • Immagine del redattoreAnna Stellari

Terzo pilastro: la mente del principiante

Vedere le cose come se fosse la prima volta. Assorbire quello che ci circonda come se fossimo una spugna mai usata. Questa è la mente del principiante. 



La pratica di Mindfulness aiuta nel passaggio delicato che va da ‘come se fosse’ a ‘è davvero la prima volta’. 

Se ti immergi completamente e totalmente nella realtà che porta ogni singolo momento allora esistono solo prime volte. Quando ci lasciamo guidare da tutti i pensieri che produce la mente invece, viviamo con dei copioni che si ripetono identici a se stessi e di cui sappiamo già il finale. Non a caso ci troviamo in delle situazioni e pensiamo 'so già come andrà finire. Ho già visto questa scena'.


Non sono però le situazioni che si ripetono identiche a se stesse ma siamo noi che vivendo in maniera automatica riceviamo delle risposte altrettanto automatiche. Difficile da credere razionalmente ma prova a riflettere su questo concetto un attimo.


Banalmente, prova a pensare ad un qualsiasi film il cui protagonista, dopo aver perso la memoria, torna alla sua vita di sempre. Non sapendo nulla e vivendo come se fosse la prima volta, cambia tantissime delle dinamiche che erano ferme negli stessi binari da anni. Il solo fatto di non sapere e di guardare quindi con gli occhi del principiante, fa scaturire tutto questo.


Noi invece sappiamo e questo tipo di saggezza è fondamentale ma possiamo continuare a sapere e contemporaneamente interrompere determinati cicli attraverso una consapevolezza: la mente può guidarti o può farsi guidare da te.


Se i nostri pensieri influenzano la nostra vita allora è la mente a guidarci. Se riusciamo invece ad influenzare i nostri pensieri siamo noi che guidiamo lei.


La mente del principiante è paragonabile a un turista che visita la tua città per la prima volta. Non soltanto riuscendo ad apprezzare quello che per te ormai è diventato banale, ma scoprendo in pochi giorni cose che tu non hai mai visto in anni. 


Lo scotto peggiore che paghiamo a non avere questo tipo di mentalità è proprio il perderci. Perderci la bellezza, perderci le soluzioni, perderci le novità , perderci i piccoli passi avanti. 

Te l’ho già detto, lo dico sempre e lo ripeto anche adesso: non abbiamo bisogno di nuove cose ma solo di nuovi occhi. 


Metti a tacere la voce che ti dice ‘so come andrà finire’ ‘so già dove porta questa strada’ perché altrimenti avrai sempre conferma di quello che credi di sapere. Zittiscila. Abbassa il volume di questi pensieri come fai quando la musica inizia a diventare rumore. 


L’invito, per chi pratica o per chi non pratica ancora, è quello di osservare quante volte pensiamo che non sia la prima volta e scegliere di non guardarla così.

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